ITALIA: GIOVANI E LAVORO

LA NOSTRA GENERAZIONE DIMENTICATA

"Non è un Paese per giovani"
Siamo giovani, siamo intraprendenti, siamo sognatori.

Noi rappresentiamo quella categoria che dovrebbe soltanto sognare. Quella categoria a cui desideriamo tanto venga data fiducia.
Quella categoria che ha studiato, si è fatta in quattro, ha inseguito i propri sogni e non si è accontentata. Siamo coloro che, di voglia di imparare e di lavorare, ancora ne hanno tanta.

Ci viene ripetuto ogni giorno di essere costanti e di crederci. E noi ci crediamo.

Ma, onestamente, in cosa possiamo sperare?

SIAMO IN ITALIA.

Il Paese dello schiavismo.

Vuoi lavorare? Accetta tutto.
Accetta i doveri, poichè i diritti non esistono.
Accetta di lavorare 20 ore al giorno compresi sabati domeniche e Natale. Non uno sciopero, non una lamentela.
Tu sei giovane. Accetta l’instabilità. Accetta le minacce. Accetta di non poterti organizzare poichè “Ti chiamiamo al bisogno”.

Accetta tutto, altrimenti il posto sarà di qualcun altro. E sei mesi dopo, sarà di un altro ancora.

E se sei malato?
Non ci importa, non è possibile investire su di te.

Sei giovane.

Vuoi una casa? Vuoi un’indipendenza? Vuoi un aiuto economico?
VUOI FIDUCIA DI AVERE UN FUTURO?
Scordatelo.
Niente di tutto questo ti sarà dato.
Non ci sono assolutamente le premesse. Non ci sono le possibilità.

Stai al gioco. Stai alle regole. Resta al tuo posto.

Aspettati di ricevere domande inopportune sulla tua vita privata ai colloqui di lavoro: “Vuoi una famiglia? Vuoi dei figli? Come ti vedi da qui a cinque anni?”.
Devi essere bravo ad inventare al momento risposte eccellenti per non sembrare sgarbato ed allo stesso tempo per farti ritenere credibile.

O pensi alla tua professione, o pensi alla tua famiglia.
Non c’è tempo per tutto. Non puoi farcela.

 

Sei donna. Sei alla soglia dei trent’anni. Non hai mai avuto l’opportunità di lavorare…
…ma sei già troppo vecchia per farlo.

 

“Lei ha una formazione eccellente, ma non ha esperienza. Non possiamo assumerla”.

Hai un diploma, una laurea, una cultura, ti esprimi bene nella tua lingua e ne parli pure una seconda, hai girato il mondo e non ti sei accontento, ti sei messo in gioco ed hai sperimentato.
Ciò non bastasse, hai pure aggiunto corsi di formazione al tuo bagaglio personale ed hai aumentato i tuoi skills. Hai continuato a studiare. Hai guadagnato ulteriori certificati e competenze, nella speranza che prima o poi qualcuno ti noti.

 

Dunque, pensi, ti sai esprimere, hai una personalità, hai una cultura, hai tanta voglia di impegnarti.

Hai 2500 pezzi di carta, MA NON HAI ESPERIENZA.

Siamo in Italia.
NESSUNO E’ DISPOSTO A FARTELA MATURARE.

 

Il Paese dell’ignoranza.

 

La fiducia va riposta solamente in persone che nemmeno hanno capacità di esprimersi correttamente nella propria lingua madre.
Persone a cui non importa di leggere, di saper scrivere, di informarsi o di andare a votare.

Persone a cui non importa nulla e che si adeguano semplicemente a tutto e a tutti.

 

Queste persone meritano una possibilità, un investimento, una formazione.
Le persone senza passione nell’era del menefreghismo e della superficialità.

Perchè si, noi “future generazioni”, siamo anche questo. Forse, siamo costretti ad essere questo.
Al nostro Paese non importa quanti giovani stiano scappando. Non importano il grido e la richiesta di aiuto che stiamo lanciando.
L’importante è che, chi rimane, si adegui e rispecchi in tutto e per tutto il Sistema.

 

Siamo come un blocco di plastilina da inserire in stampini preformati.
SIAMO UNA GENERAZIONE SENZA IL NOSTRO FUTURO.

 

Ma, in un modo o nell’altro, ce lo riprenderemo.

 

 

 

Funzione: Agendina antipanico

Lo dice già il titolo perchè sto scrivendo. Mi serve attualmente un’agendina antipanico.

Non tutti conoscono di cosa sto parlando, ma recentemente ho scoperto che molte più persone di quante immaginavo hanno questa tipologia di disturbo da ansia e ADP. Diciamo che al momento il mio problema è più ansia, non so scatenata da cosa esattamente, ma sono giorni che la cosa si ripete e quindi forse è arrivato il momento di metterlo nero su bianco nella speranza consueta che questo mi aouti a fare chiarezza (il mio cervello è decisamente troppo incasinato per capirci qualcosa, as always).

Dunque, sarà forse il caldo. Ammetto che io adoro il caldo, sono una tipa freddolosa e mi piace l’estate, sentire il sole addosso e poter indossare vestitini anche di sera, sopratutto dopo aver passato gli ultimi due anni in un posto molto più “fresco”. In questi giorni il caldo però ha spiazzato, inoltre mi sono da poco trasferita in questa enorme nuova casa in cui l’aria condizionata ahimè è un miraggio e, cosa peggiore, le stanze da letto si trovano nel sottotetto. In cucina nemmeno si sta così male, ma di sopra si forma una cappa di calore assurda che se apri la porta sembra di stare in un forno. Sante pale del ventilatore…. almeno un pochino aiutano. Si sa comunque che questi caldi non aiutano gli stati ansiosi. Stato attuale di questi giorni: stanchezza perenne, pesantezza, voglia solo di stare stravaccata sul divano poichè manca la forza di fare qualsiasi cosa. Anche la doccia mi fa sudare. Incredibile.

In aggiunta a questo, sto facendo l’ennesima terapia antibiotica. Una simpaticissima infezione urinaria che da mesi a questa parte mi rompe le cosiddette. Viene e poi va, l’ho curata, pensavo fosse andate e puntualmente dopo un mese ritorna. La ricuro, e via antibiotici, e niente dopo nemmeno tre giorni ritorna. Così avanti, via altri antibiotici. E fermenti, dato che il mio intestino-stomaco sempre dovuti alle ansie sono sempre in stati “alterati”, meglio riempirsi anche di fermenti lattici chissà che qualcosa si metta apposto. Vane speranze… è come un circolo di ansia, considerato che odio i medici e qualsiasi cosa che ci giri attorno, è uno sforzo enorme dover dire “non mi sento bene ho bisogno di un medico o di farmi vedere”. Ogni tanto mi tocca.

Oltre a questo, ho immediatamente inaugurato el nuove scale di casa: si sa, marmo liscio nuovo, niente corrimano, ciabattine estive e….. sbaaam! il mio gomito è attualmente ancora verde oliva con striature di viola dopo ormai due settimane. Inizio a pensare che dovrei farmi vedere pure quello, ma ahimè la forza di andarci è inesistente. Non sopporto nemmeno l’idea di andarci. E che non sarà nulla, immagino.

Nel frattempo, la convivenza è tanto bella quanto difficile certe volte. Ho affianco una persona tanto dolce e amorevole quanto “psicopatica”, nel senso: esplosiva. Basta un nulla per passare da uno stato di calma, quiete e amore ad uno di guerra islamica. In quei momenti mi parte lo stato: sono incazzata, ma sono triste, ma ti ucciderei se potessi, sto pensando una marea di parole da dirti eppure taccio, e più taccio e più la pentola bolle. E quindi il classico, questo succede puntualmnte la sera prima di dormire, mi ritrovo senza le mie goccine anti insonnia e questa bastarda puntualmente ritorna, mi condanna a notti infinite che mi fanno girare stanca morta fino alle 4/5 di mattina, con la stanchezza addosso ma l’impossibilità di cadere priva di sensi in quello stato stupendo che si chiama dormire. E niente, più ore passo così poi mi si aggiunge la vena “disperazione mod On”, al che inizio a piangere come una fontana causa stanchezza, ansia, inizio panico, inizio stato di fallimento totale e autocommiserazione, aggiungiamo un pò di mali del mondo e ciao. Uno zombie che difficilmente incontri anche nelle serie televisive più zombiniane. (E nel mentre di tutto questo l’altro dorme beato. Beato lui.) Ma ora della fine sopravvivo lo stesso, il giorno dopo si riparte più stanchi di prima. Vorrei dei barattoli di energia liquida se solo esistessero…. con la mente vorrei fare mille cose, ho mille progetti crestivi e invece zero, fatico a tirar fuori carta forbici e colla per rivestire una scatola. Yuppie.

Nel frattempo dovrei anche concludere una brochure, un lavoro freelance inziato da ormai un mese e mezzo ma che procede a rilento: io ero partita a bomba, ma ogni volta che c’è l’incontro-confronto mi si cambiano le impaginazioni e altro, e ok fa parte del lavoro. Ma se poi mi manca il materiale corretto e devo aspettarlo all’infinito, faccio fatica a procedere, e più passa il tempo più fatico a mettermici sopra perchè è come sentirsi bloccati. Mancano materiale e man mano idee. “La vita del creativo a cui manca il colpo di genio”. sempre la stessa storia.

Mi servono input!!! Mi serve una scossa, un qualcosa che mi sproni e sopratutto I need Energy!!!!!

In tutto questo, il mio stipendio è pari allo 0,00€, e questo aggrava la situazione di autocommiserazione, non solo perchè non posso fare shopping terapeutico, non posso nemmeno lontanamente fare una delle millemila vacanze e viaggi che mi danno gioia e rilassatezza. mai una gioia. Il mobiletto in bagno mi sarebbe sufficiente, sto vivendo con uno specchio incollato con lo scotch e tutte le robe gettate a caso in scatoloni XD una fase che ha del divertento e disadattato, ma pretty funny. Ci sta 😀

Domani mattina ho un colloquio a 63km da casa, incrociate le dita per me chiunque legga perchè ne ho bisogno. E sopratutto, ansia vattene da questo corpo!! I don’t need you!!!!!

 

…Se per ogni sbaglio avessi mille lire, Che vecchiaia che passerei…

Strade troppo strette e diritte
Per chi vuol cambiar rotta oppure sdraiarsi un po’
Che andare va bene pero’
A volte serve un motivo, un motivo
Certi giorni ci chiediamo e’ tutto qui?
E la risposta e’ sempre si’
Non e’ tempo per noi che non ci svegliamo mai
Abbiam sogni pero’ troppo grandi e belli sai
Belli o brutti abbiam facce che pero’ non cambian mai
Non e’ tempo per noi e forse non lo sara’ mai
dicono che noi ci stiamo buttando via
ma siam bravi a raccoglierci.

Non e’ tempo per noi che non vestiamo come voi
Non ridiamo, non piangiamo, non amiamo come voi
Forse ingenui o testardi
Poco furbi casomai
Non e’ tempo per noi e forse non lo sara’ mai

A volte guardare indietro ci fa capire quanti passi in avanti abbiamo fatto

Non dico sia passato un anno dall’ultimo post, ma se scorro sulla data mi sa che siamo poco distanti da lì.

Innanzitutto, ci tengo a sottolineare il motivo per cui inizialmente avevo aperto un blog e perchè torno a scrivere (solo ora). Sono stati mesi intensi, in tutti i sensi… non che non abbia tempo libero o altro, anzi, ma non so per quale strano motivo facevo fatica a riaprire questo posto e scrivere. Forse per il fatto che al giorno d’oggi siamo sempre un pò tutti troppo sotto i riflettori, le critiche piovono sempre, un pò per la paura di esporre come al solito dei sentimenti più profondi ed essere letta… da persone che in teoria mi vivono ogni giorno e mi dovrebbero conoscere. O almeno dovrebbero.

Questo blog era stato aperto per raccontare di un viaggio, la Scozia, ma nonostante quell’esperienza della mia vita si sia ormai conclusa da un pò (e che nostalgia!), credo che scrivere del mio viaggio in generale non faccia male.

Quando parlo di viaggio, parlo di vita.

Ed intendo, quel viaggio che in qualche maniere vorrei migliorare e poter modificare. Ci sono tanti aspetti di essa che vorrei ritoccare. Io per prima so che dovrei cambiare atteggiamento, ma ahimè dal dire al fare c’è sempre di mezzo il mare…. e forse quel viaggio in Scozia mi ha solo dimostrato che impegnandosi molto e rimanendo costanti, il cambiamento è possibile.

Da dove partire con le novità è una storia lunghissima. ma ci provo!

Cosa importante da segnalare: ho comprato casa. E non l’ho comprata sola, ma con il mio ragazzo, quello che un giorno, spero, prima o poi mi sposi. Mi sogno quel giorno come una bambina che sogna di essere una principessa nel castello incantato… peccato che ora affianco al sogno si affaccia sempre la realtà, e quindi servono troppi soldi.

Vorrei aggiungere, quei soldi che ancora non guadagno dato che ancora sono disoccupata. Fortunatamente, ho un padre meraviglioso che mi aiuta in tutto, e non solo per quanto riguarda la questione economica… mi supporta e mi sta dando gli strumenti per tirarmi fuori e spiccare il volo. Quindi incrociate tutti le dita per me, che tra due settimane andrò a scoprire Milano e cosa avrà da offrirmi. In realtà poco c’è da incrociare, devo solo metterci tanto impegno e tanta buona volontà, e so che i sogni si possono realizzare sempre.

E’ inutile guardarsi attorno in questo panorama di Italia sfasciata, futuri spenti, economia ridotta all’osso, persone che sopravvivono solo facendo le furbe sulle altre. A me questo Stato non piace. E non mi piace sopratutto perchè spegne i sogni e il futuro. Io ho bisogno di sognare. Così come ne hanno bisogno tutti i giovani e le nuove generazioni.

Poi si stupiscono se la gente scappa all’estero. A parità di impegno e sacrifici, là si raggiunge un qualcosa, qui a stento si sopravvive.

Non importa, la casa l’ho comprata qua, in questo posto. Perchè ho deciso di venir meno a tutti i miei sogni utopici e aspettative e ho guardato a cosa avevo, e si, un pò col cuore infranto ma allo stesso modo felice della mia scelta, sono qua. A volte mi manca molto sapere cosa posso aver lasciato, ma credo ancora nell’amore e mi fido di lui, anche se a volte per quanto si ami faccia sempre un pò male. So che andremo lontano. O almeno, ci proveremo!

Per adesso mi sto dedicando anima e corpo nel realizzaro uno spazio che finalmente sarà mio…. anzi, ancora meglio, Nostro! E’ bello avere uno spazio proprio (ed intendo senza zampino della mamma!!!), ma sapere che c’è un uomo accanto che si prende cura di noi e si prende carico di tutte quelle cose in cui magari noi riusciamo meno, non è così male… è bello, mi fa sentire amata. Da un lato a volte mi sento ancora non del tutto pronta o mi dico che era presto, ma poi quando ci sono sto cosìn bene e onestamente non credo fosse presto…. è difficile nel moemnto in cui ci si rende conto delle spese, del mutuo, delle cose da sistemare, pensare… ma poi è così gratificante poter stare insieme nel nostro posto. Non vedo l’ora sia pronta per andarci a vivere.

A tal proposito, guardando indietro, non mi pento comunque delle scelte fatte o delle “persone perdute”. Sono sempre fatalista, tutte le persone sono con noi, ci incontrano o ci lasciano per una ragione, quindi evidentemente il momento insieme è andato. Per quante persone perse ne ho guadagnate di nuove, che oso dire stupende o che ad ogni modo mi riempiono la vita di compagnia, gioia e piccole cose. E non le ho cercate. In quel momento in cui mi sono chiusa come un riccio, e ho voluto pensare a me, sono arrivati l’amore grande della mia vita e tutte queste amicizie, nuove e ritrovate. “Saranno coincidenze? Io non credo!”

Chiudo augurando a tutti, chi legge e chi no, una vita piena di gioie! ❤

Al prossimo aggiornamento che spero sia as soon as possible 🙂 Still no pictures, hope to have some of them soon to show you ^^

Dal capitolo “Disagi di vivere all’estero”, sezione: cibo

Dopo ben 5 mesi e mezzo senza mettere mano in cucina (ahimè, Italiana e amante del cibo), finalmente stasera mi sono potuta cucinare una pasta. E voi direte beh… che sarà mai? Ve lo dico subito. 5 mesi e mezzo mangiando cibo cucinato all’inglese, e la pasta col ragù arriva, ma ogni volta che c’è pasta il ragù è fatto con quella strana carne di “mince”, che manco lontanamente assomiglia al macinato nostro, e poi la cipolla è talmente grande che la carne ci nuota dentro…. in pratica, è più un ragù di cipolla e la pasta è sempre poco salata.

Ancora non mi capacito del perché il sale grosso in UK è raro, anche se effettivamente qua l’abitudine di buttare il sale nella pasta non esiste (a meno che tu non lo faccia notare e allora ci buttano mezzo pugnetto di sale fino. Et voilà! O peggio ancora, lo si butta sopra al piatto pronto. Uccidetemi.).

Ad ogni modo, torniamo a noi. Questa pasta è decisamente salata, perciò le opzioni sono due: o non sono più capace di fare le dosi, oppure ormai la mia bocca si è talmente abituata a fare a meno del sale che quando lo sento mi sembra troppo saporita. Mistero.

Finchè mangio, la mia mente vaga. Rifletto sul fatto che strane abitudini di questa cultura derivano da altrettante stranezze. Esempi:

  • Non si beve a tavola o durante i pasti. Mai visto un bicchiere se non in casi eccezionali–> deriva dall’inesistenza di pietanze salate.
  • A tavola i tovaglioli sono superflui: questa cosa ancora non me la spiego, dico, hanno salse di ogni tipologia e genere in ogni dove, ma a quanto pare il dorso della mano e poi i vestiti sono migliori dei tovaglioli. Boh.
  • La tavola non si apparecchia: per carità, sia mai che resti seduto a tavola un momento di troppo. Dirò di più: vivo in un bed and breakfast e vi assicuro che se gli ospiti sono Italiani, Francesi, o comunque provenienti da una di quelle culture in cui “il cibo è gioia, ed è una gioia sedersi a tavola, mangiare e chiacchierare”… beh, gli Inglesi/Scozzesi e tutto il popolo anglosassone vi commenterà con frasi del tipo “Oh, madonna, questi sono Francesi/italiani/spagnoli, staranno li seduti fino a  domani”. Embè? Almeno non ci rimane il boccone in gola, ci godiamo il cibo e, perchè no, pure qualche dettaglio carino a tavola…. che non necessariamente è il centrotavola eh, un bicchiere d’acqua o un tovagliolo qua sono già considerate decorazioni, come accennato appena sopra XD Ma niente, qui mangiare è inutile e la priorità è correre al pub evidentemente XD

Poi la mia mente è passata ad un quesito superiore: la TOMATO SAUCE.

La scorsa settimana ero ad un pub ed ho ordinato delle patatine fritte. Domando del Ketchup, che qui è denominato “tomato sauce”, e mi arriva una scodella di passata di pomodoro. Non ci stava esattamente benissimo. Ora la domanda sorge spontanea: la differenza tra passata di pomodoro e ketchup, qualcuno la sa? Perchè sono abbastanza sicura quella non fosse una versione “casalinga” della salsa tanto amata. Se qualcuno ha risposte al mio quesito, vi prego toglietemi questo dubbio esistenziale. Almeno la prossima volta non degusterò passata di pomodoro insieme a patatine fritte.

Ringraziamenti: il mio piatto di pasta.

Grazie di avermi suscitato tutte queste riflessioni importanti sulla cultura locale. Mi mancava proprio un buon piatto di pasta, salata, cucinata, e goduta seduta a tavola. Ho pure avuto il tempo di scrivere questo articolo finchè me la mangiavo. Grazie, mi mancavi ❤

——–     spazio foto: scusate, l’ho mangiato prima di fotografarlo :3     ————-

Aggiornamenti in terra Scozzese

E’ un pò che manco ed onestamente non scrivo tanto quanto l’anno scorso. Un pò mi manca. Lo scorso anno era tutto così nuovo e le mie emozioni sfioravano livelli stratosferici (non che questo sia cambiato), invece quest’anno sembra tutto così “normale” e di routine… o forse che sono solo quasi completamente assorta in qualcosa che quasi mi dimentico di tutto il resto. E nel momento in cui mi sveglio e me ne rendo conto, mi sento pure un pò in colpa perchè mi sembra di star concludendo così poco rispetto a tutto ciò che potrei fare.

La vita quassù a nord procede, come riportato above, molto tranquillamente. Solita routine. Il che non è un male, mi piace il mio lavoro (benchè semplice e ripetititivo), mi sento in qualche maniera utile e bene o male incontro persone da varie parti del mondo e due parole o due risate si scambiano sempre. L’anno scorso le incontravo girando a zonzo ovunque, ora sono fissa in questo B&B e quindi sono le persone a venire da me. Doesn’t matter. E’ sempre soddisfacente.

E’ poi utile per i giorni in cui mi alzo un pò triste o con la luna storta, la routine in un certo senso mi tranquillizza se mi sento un pò agitata. La tristezza passa nel momento in cui mi sento utile. E’ una bella sensazione.

L’Italia…. beh, ci ho speso una settimana in vacanza e ne sono rimasta molto contenta. Quassù è tutto stupendo, ma casa è sempre casa e anche quelle sensazioni ed emozioni sono impareggiabili. Il segreto stando via è solo non concentrarsi troppo su ciò che ci manca, ma stare con i piedi legati a ciò che si ha, allora si sopravvive. Però si, casa mi mancava. Sopratutto ora che sembra promettere quel futuro che in un certo senso ho da sempre desiderato. E tornando ne ho avuto un saporito assaggio. Si tratta più di un futuro e legami in ambito affettivo, perché più guardo al futuro del nostro Paese più rimango amareggiata. Ma questo è un discorso a sé.

Il mio ragazzo ha reso questa vacanza senza dubbio “piena e colorata”, mi sono sentita così piena in fatto di dolcezza e tenerezza… ma anche la mia famiglia ed i miei amici mi mancavano veramente molto. Purtroppo sento di aver un pò peccato in questo, non tanto in fattore famiglia ma più sugli amici… su qualcuno avrei dovuto impiegare più energie o almeno più complete, ma è come una bilancia complicata da dover tenere in equilibrio. C’è sempre qualcosa che sbilancia o tende troppo da una parte piuttosto che da un’altra. E nel frattempo avrei voluto anche tenere qualcosa per me, cosa resa più difficile. Ma vabbè, per questo ho tempo qui ed ora, e non sono per niente scontenta del tempo e della sua qualità spesi in Italia.

Il momento del rientro è stato strano. Inaspettatamente, ho provato emozioni simili allo scorso anno. Sarà stato vedere la terra in agosto e quei fiori rosa… non so descrivere se è stata più la sensazione del “è già agosto di nuovo” o “è agosto di nuovo e sono ancora nella mia terra amata”. So solo che durante quelle quattro ore di autobus mi sono sentita come sempre felice e in un certo senso a casa, meravigliata dai panorami che stavano fuori dal finestrino. Ormai sono così uguali, sempre gli stessi… eppure ogni volta mi fanno sentire così bene, così in pace con me stessa. E’ inspiegabile.

Mi ricordo quando da piccola passavo certi giorni rintanata in una soffitta completamente in legno (in montagna) e poi uscivo fuori a leggere quei libri con queste ambientazioni… mi facevano sognare così tanto, che ora mi sembra sempre inspiegabile vivere in un posto che mi suscita le stesse sensazioni di un libro per bambini.

Ci sono così tanti angoli di questa terra che desidero ardentemente vedere e fare miei…. un giorno magari. E spero non sia così egoistico come il mio ragazzo pensa, (perché sia chiaro adoro viaggiare con lui e dividere tutto), ma è come se certe volte avessi il bisogno di fare qualcosa di completamente mio… e questi viaggi in questa terra specifica sono un qualcosa del genere. E’ come se la mia anima ne avesse bisogno per sentirsi in pace. Sempre sensazioni alquanto strane… ma non posso combatterle.

Per quanto riguarda il mio futuro lavorativo ed i miei sogni….beh…. ci sono un paio di cosette alle quali il mio Io interiore saltella al solo pensiero… la ragione come sempre non fa altro che piazzare insicurezza o qualche freno, ma quello stato che saltella è troppo meraviglioso per essere abbandonato. Quindi credo proprio che in qualche maniera cercherò di perseguirlo.

Purtroppo non ho fotografie o immagini particolari da condividere questa volta… quindi lascio solo questo scorcio di Scozia in agosto, ovviamente con i fiorellini rosa! ❤

scotlove

LE DIFFICOLTA’ DI AMARE DOPO AVER IMPARATO A STARE SOLI

Non sono così scontate come sembrano.

Metti caso che tu abbia passato un intero anno a risistemarti I pezzi. Ed intendo I pezzi di una vita. A 24 anni sono relativamente pochi rispetto alla vita intera, ma se prendiamo la filosofia del “possiamo morire domani” o ci riferiamo a chi ne ha solo otto di anni, beh 24 non sono comunque pochi.

SEMPRE UN PROBLEMA DI PROSPETTIVA, dicevano.

Come quando vedi un bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto, oggettivamente sta sempre riempito a metà.

E chi decide quale metà è quella sbagliata???

E per quello che mi riguarda io odio le cose oggettive. Non ho mai guardato solo quello che vedono gli altri…. E sapete che c’è? Sempre pensato che fosse sbagliato. Sempre pensato di essere quella sbagliata. Sempre pronta a guardare cosa pensassero gli altri invece di guardare cosa volevo fare io. E’ come le bombe no, prima o poi esplodono.

Esattamente come quei deficienti che mossi da rabbia e da odio si fanno esplodere nelle piazza ed ammazzano 398473847 persone. Spero di non arrivare mai a quel punto, anche se, facendo un’orrenda metafora mi sento come se avessi fatto parecchie vittime. Ma questo capita quando si è troppo a rischio di emotività esplosiva e non si fa nulla per evitarlo.

Beh, fortunatamente per me, le mie esplosioni si limitano a Danni emotivi e non a Danni fisici a persone o cose. Qualcuno penserà forse meglio un occhio nero che una caterba di parole taglienti. Vero. Concordo pienamente. Ho avuto modo di sperimentare che la psicologia e le parole fanno peggio di un pugno molte volte. Alcune volte avrei preferito stendere un sacco da boxe o spaccarmi una mano, forse avrei fatto meno male mi rendo conto. Altre volte avrei preferito riceverlo quel pugno, ma ho ricevuto parole più simili a coltellate.

Non importa, tutto serve e non rimpiango nulla di ciò che è successo durante strada. Azioni e reazioni, fai qualcosa assumiti le conseguenze. La minestra è sempre la stessa.

Bene. Ho imparato in un anno prima di tutto a capire che DIVERSA NON VUOL DIRE SBAGLIATA.

E niente, poi un bel giorno ti innamori e tante di queste cose cambiano. La smetti di importi cose, e cambi punti di vista. Fai inoltre tanti sforzi perchè non sei più sola e devi spiegare tante cose, non tanto perchè lo devi fare per fare un piacere, piuttosto perchè ti importa che la persona al tuo fianco per lo meno capisca o cerchi di capire. È sempre una bella battaglia ma ne vale la pena. Non si può stare a pretendere che uno si muova e l’altro no.

Beh, la parte complicate arriva quando ti trovi un muro in mezzo e alzi la voce, e più la alzi più l’altra persona ti urla cose a sua volta. E allora chi ha ragione? Nessuno credo. Semplicemente siamo diversi e non vedo perchè l’accettare questo sia più complicate del previsto. Se lo accetto vengo etichettata come quella a cui non frega un cazzo dell’altro o della coppia? Come quella egoista perché sono portata a pensare prima a me? Come quella che dice cose senza senso?

Sono ciò che la mia esperienza di vita mi ha portato ad essere e pensare, e se l’altra persona pensa diversamente, in modo oggettivo e “reale”, non sono nessuno per dirle che si sbaglia. Ma nemmeno è lei nessuno per dirmi che sbaglio io.

Sarà old style, ma come diceva il vecchio Pirandello, la verità è sempre relativa. È difficile quando si vuol porre la propria a livello universale, ma sembra ancora più complicato cercare di capire la relativa dell’altro invece di accettarla. Quello è proprio complicato.

Come si risolve questo?

 

Questa è una scrittura a flusso. Si tratta di pensieri e idee personali che NON VOGLIONO INTENZIONALMENTE CAUSARE FERITE A NESSUN ESSERE VIVENTE DI QUESTO PIANETA.

Dopo tutti gli episodi precedenti, ci tengo a specificarlo.

E’ un blog, un posto per esprimere scritture a flusso personali ed è un pò come un diario. Non vuole cercare appoggi od idee contrarie, vuole solo condividere e sperare di non essere l’unica persona su questa terra sempre un pò incazzata, ferita, forse fragile, o forse solo che vede molto diversamente dagli altri IN TUTTO.

E a differenza di vederlo UN PROBLEMA, lo vede ormai come una potenzialità. Ci ho lavorato tanto per arrivarci, e non lascerò che questo cambi.

Sono disposta a fare molto per amore, muoverei la luna, il mare e le montagne…. ma non rinuncerei a me stessa. Mai. E se è questa la richiesta… mi dispiace anche solo pensare di averla sentita.

 

Sono nata tonda in un mondo di quadrati. Mi sto impegnando a limarmi, e con te lo faccio come posso… faccio tante attenzioni, sopratutto quando so di aver sbagliato. Mi importa come ti senti e cosa provi anche se a te sembra di no. Se io faccio sembrare di no. Ma evidentemente sono come uno di quei bambini con problemi che invece di fare carezze tira dei pugni per dimostrare affetto.

Lo dico, forse ormai ne sono pure diventata consapevole e cerco di comunicarlo, di evitarlo….di conseguenza cerco altre maniere per dimostrare cose.

Se manco gli abbracci sono abbastanza beh…. Non so cosa altro usare, Onestamente. Sono in carenza di idee.

Ma sicuramente sto sbagliando in qualche punto, ci mancherebbe. Ci sarà qualcosa che mi sfugge.

Ma su un punto non ritratterò mai… smuoverei luna e stelle, mi limerei… ma mi dispiace, non sarei mai un quadrato e più importante IO NON VOGLIO DIVENTARE UN CAZZO DI QUADRATO.

So di avere mezzo bicchiere vuoto, ma fortunatamente esiste sempre anche l’altra metà.

ED E’ PIENA DI ARANCIATA!!!!

 

“Con te sarò nuovo. Ti dico queste parole nel periodo migliore della mia vita, nel periodo in cui sto bene, in cui ho capito tante cose. Nel periodo in cui mi sono finalmente ricongiunto con la mia gioia. In questo periodo la mia vita è piena, ho tante cose intorno a me che mi piacciono, che mi affascinano. Sto molto bene da solo, e la mia vita senza di te è meravigliosa. Lo so che detto così suona male, ma non fraintendermi, intendo dire che ti chiedo di stare con me non perché senza di te io sia infelice: sarei egoista, bisognoso e interessato alla mia sola felicità, e così tu saresti la mia salvezza. Io ti chiedo di stare con me perché la mia vita in questo momento è veramente meravigliosa, ma con te lo sarebbe ancora di più. Se senza di te vivessi una vita squallida, vuota, misera non avrebbe alcun valore rinunciarci per te. Che valore avresti se tu fossi l’alternativa al nulla, al vuoto, alla tristezza? Più una persona sta bene da sola, e più acquista valore la persona con cui decide di stare. Spero tu possa capire quello che cerco di dirti. Io sto bene da solo ma quando ti ho incontrato è come se in ogni parola che dico nella mia vita ci fosse una lettera del tuo nome, perché alla fine di ogni discorso compari sempre tu. Ho imparato ad amarmi. E visto che stando insieme a te ti donerò me stesso, cercherò di rendere il mio regalo più bello possibile ogni giorno. Mi costringerai ad essere attento. Degno dell’amore che provo per te. Da questo momento mi tolgo ogni armatura, ogni protezione… non sono solo innamorato di te, io ti amo. Per questo sono sicuro. Nell’amare ci può essere anche una fase di innamoramento, ma non sempre nell’innamoramento c’è vero amore. Io ti amo. Come non ho mai amato nessuno prima…”
― È una vita che ti aspetto –

“Pensare a se stessi non è egoismo. Egoismo semmai è occuparsi solo di se stessi.”
― Un posto nel mondo

papavero

“Come amiamo noi” cit.

Io lo so che non è facile. L’ho capito la prima volta che un uomo mi disse Sei troppo per me.
All’inizio pensai che intendesse troppo alta, troppo grassa, troppo esuberante, troppo provocante. Poi ho capito che si riferiva all’impegno.
Le donne come me sono impegnative in amore. Non siamo sempre state così, sia chiaro. Quindici anni fa eravamo ninfette in mezzo a mille altre ninfette pronte ad annuire, arrossire, entusiasmarci.
Poi sono arrivate le delusioni, la solitudine, Nessun problema il cinema da sola. 
E allora abbiamo cominciato ad essere impegnative.
A farci un’opinione su tutto.
A contestare.
A contraddire.
A decidere quando era ora di smetterla.
A pensare che ci meritiamo di meglio.
A imparare quando fosse ora di andarcene. Senza però applicarci.

Perché quelle che amano come me sanno bene quando sarebbe il caso di andarsene, ma c’è questa cosa della curiosità che le frega sempre. Forse è ottimismo o forse stupidità. Lo decideranno poi. Ma ad un certo punto vogliono andare un po’ più in là a vedere cosa succede, cosa succederà, non sia mai che sia a volta buona.

Quelle che amano come me hanno le lenzuola per quando dormono da sole, ma nell’ultimo cassetto tengono il corredo bello, per le notti importanti.

E lo capisco davvero, ora, a 30 anni, quando ci dicono che siamo troppo, perché siamo effettivamente troppo da gestire. Se fossi uomo forse mi basterebbe una donna più semplice. Ma noi non siamo semplici. Siamo un casino di colori, di ombre e luce. Di verità che vogliamo sentirci dire. Di promesse che pretendiamo siano mantenute.
Noi, con le nostre montagne russe umorali, lo smalto sempre a posto e l’inquietudine che avanza. Chissà perché c’è sempre questa inquietudine pazzesca, questa ansia di vivere, la preoccupazione di poterci perdere qualcosa. Ed ecco che allora viaggiamo veloci, perché ci hanno inculcato un’idea di amore alla quale cerchiamo di ribellarci.
No, non ci serve un uomo per stare bene, ma per stare meglio. E noi vogliamo stare meglio, sempre di più, Tu no, non sei abbastanza.
E mentre noi siamo troppo per quelli che non ci capiscono, loro non sono abbastanza per noi.

Cerchiamo la mosca bianca, Mr Particolare, un po’ irresistibile, un po’ amante, un po’ papà, sicuramente un migliore amico, abbiamo aspettative alte non c’è che dire. Ma ce le teniamo tutte perché un’aspettativa alta è sempre meglio che accontentarsi di un uomo mediocre.
E incontriamo sempre qualcuno che ci chiede Come mai sei ancora single? Come se tutte dovessimo volere la stessa cosa, come se per tutte fosse facile trovare un amore corrisposto, come se per tutte fosse semplice questa faccenda complicata che si chiama Affidarsi.
Come se essere single fosse una condizione di inferiorità. E invece è assoluta consapevolezza. Stiamo da sole perché ci meritiamo di meglio. Finché non arriverà qualcosa di meglio. A volte soffriamo per questo, altre ne siamo felici.

Ma quelle che amano come me, lo sanno che il bello arriverà. Sono un concentrato di positività perché cristoddio la felicità se la meritano davvero. Non fosse altro che per tutti gli appuntamenti di merda ai quali sono state.

E allora io ci vedo, io vi vedo, che viaggiate da sole, che il sabato sera lo passate con le amiche, che siete belle quasi da fare paura perché sembrate così sicure di voi stesse. E sono donna anch’io, so che in alcuni casi è solo facciata, ma non importa.
Un uomo non è un premio di consolazione dopo 10 anni da single. Un uomo è un arricchimento e quelle che amano come me lo sanno bene.
Fanno solo fatica a considerarsi troppo, perché alla fine una donna da amare non dovrebbe essere troppo per nessuno.

Tratto da “Confessioni di una Mente Cinica, Isterica e Romantica” di MaryG.Baccaglini

Love is finally come

One of the most well-known set phrases tells that Love can always find you, wherever you are and doesn’t matter what are you up to. Especially when you’re not looking for it.

It’s true. It’s incredibly, damned true.

….I’ve never been so in love as I am now….

Quindi, sognatrici di tutto il mondo che guardate film strappalacrime o vi immergete in serie televisive alla ricerca di quell’uomo perfetto perché nella realtà non esiste… beh ricredetevi, perché da qualche parte quell’uomo esiste e probabilmente aspetta solo di trovarvi e rendervi la sua principessa.

Io ho trovato il mio principe e non potrei essere più felice di come sono ora. La mia vita si è capovolta, le mie giornate hanno un sapore diverso, l’attesa è un tempo strano… la dolcezza sfiora una torta ricolma di solo cioccolato e dalle mille calorie, ma chissenefrega del resto, tu ami il cioccolato e pur di mangiartelo tutto potresti anche rischiare un mal di pancia. Ne vale la pena. ❤

All’improvviso non ho più paura di perdere, è come se avessi la certezza e la sicurezza di avere già vinto.

…..a te, che sei il mio Amore Grande…. A Te, che hai preso la mia vita e ne hai fatto molto di più….

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Alla mia amica E.

Ancora prima di trovare le parole giuste in questo articolo ho trovato il titolo.

…Alla mia amica E. Perché tanti dei miei pensieri attualmente vanno a lei.

Non so nemmeno da dove cominciare, come dice sempre il mio ragazzo “parti dall’inizio”, sto imparando ad ascoltarlo perciò ci provo.

Supponete di avere 23 anni, e tutto ciò che vi preoccupa sembra gigantesco. Ciò che vi passa per la testa sono pensieri comuni: “L’università? L’esame? Oh no, devo studiare un paccone… oh no, domattina devo andare a lavoro. Oh no, che stanchezza, devo alzarmi dal letto. Oh, cosa faccio della mia vita? Dio, ho il cuore spezzato. Vorrei andare all’estero, oppure no. Non so cosa scegliere. Massì…. lo faccio dopo. Ho tempo”

Ecco… la mia amica E. queste cose non le ha. O meglio, si sta perdendo tutto troppo presto. Un giorno come gli altri, a 21 anni ha avuto dei brutti mal di testa. Tre anni dopo, dopo tanti brutti periodi e tanti momenti che sembrava andasse meglio, ho ricevuto una notizia che mi ha scosso.

Elena non ha più tempo. E peggio ancora, quello che rimane non avrà le forze abbastanza per fare ciò che le piace.

Non ha mai avuto la possibilità di finire di studiare ciò che le piaceva. Di avere una corona di alloro in testa. Di esagerare a una festa con gli amici o essere ubriaca la mattina dopo. Ok, E. è sempre stata la ragazza “seria e coscienziosa”, dubito lo avrebbe fatto. Ma si sa, tutti i ragazzi bravi e coscienziosi (sottoscritta compresa) un giorno si svegliano e qualche cazzata la fanno. Fa parte dei giochi. Ma E. no.

E. non ha mai avuto un cuore spezzato, non ha mai parlato di amore o di innamoramenti. E. parlava di lezioni di Latino e di matematica. Mi ricordo poi quelle belle gite al mare, che finita la maturità un paio di estati in campeggio tutte insieme le abbiamo fatte, e qualche frase-canzoncina sul “diario di bordo” ci sta ancora scritta, e Gianni e i Maoni sono ancora freschi nella mia mente come fosse ieri.

E. è sempre stata una buona amica, che parla poco di se ma sa sempre ascoltare. E una parola di conforto c’è sempre stata. Io ora mi guardo e mi viene da chiedere pure scusa, perchè non so neanche cosa pensare o come comportarmi e che cosa dire, perchè nemmeno il conforto in situazioni come queste serve.

La vita va avanti, perchè effettivamente lo fa, ma mi domando come sia svegliarsi un giorno e sentirsi dire “non hai più molto tempo”.

Mi trucco, vado in macchina, uso il cellulare, leggo, scrivo. Cose banali… ecco, da un bel pò E. questo non lo può fare. Non ci vede nemmeno benissimo. Non può nemmeno leggere un libro, controllare i msg o uscire e farsi uno spritz.

Non vedo E. da un anno e qualche mese ormai, visto che le strade di ognuno a questa età sono tutte diverse e chissà dove, così la mia mi ha portato in Scozia e qua ancora sto. Qualche messaggio ce lo siamo scambiate, volevo andarla a trovare prima di ripartire ma alla fine non ci sono riuscita.

Non importa, alla fine nonostante la “distanza” fisica e di percorsi, la sento ancora una persona vicina.

Mi mancano spesso le persone che invece si sono tolte dal percorso di recente, ma a differenza loro io non ho nessun tipo di rancore. Sopratutto per chi ha vissuto un qualcosa del genere, beh… ho sempre cercato di dire ad entrambe che i dolori non vanno classificati, i problemi nemmeno, ognuno ha i suoi e prima o poi tutti veniamo a contatto anche con la morte di qualcuno di caro. E che ognuno reagisce a modo proprio davanti a qualsiasi tipo di dolore, piccolo o grande che sia. Alla fine, le scelte fatte ci hanno portato a viverlo lontano…. pazienza, qualcun altro per fortuna lo abbiamo vicino lo stesso.

Ci sono tante E. in questo mondo, che se ne sono andate o stanno per andarsene. Chi per scelta, chi invece scelta non ne ha avuta. E l’unica cosa che possiamo imparare da queste E. è che la vita è davvero troppo breve per sprecare anche ogni singolo attimo o dare per scontata anche la cosa più banale.

Ti prometto questo: d’ora in poi mi sveglierò e vivrò un pochino ogni giorno anche per te.